C’è o cifra?

Amo le parole, rispetto al linguaggio dei numeri, perchè sono più belle, più interessanti, dai suoni più ricchi, sono più sfaccettate, più poliedriche, si traducono in diversi idiomi, anche se forse, nessuna si traduce alla perfezione, o ne esistono alcune intraducibili, ci sono, però, dei modi o dei giri di parole, delle spiegazioni per avvicinarsi a trasmetterne il senso.

Le parole sono suadenti, avvenenti, affascinanti, calde e non fredde come i numeri. E sono anche più accomodanti, perfino con gli errori, c’è da dirlo… Per esempio, se sbagli un numero, che ne so, tipo il 47, questo non potrà mai essere scambiato per il 46 o diventare il 48, o il 74, ma se sbagli una lettera, ne inverti la successione, dimentichi un’acca, spesso, le parole sono ancora riconoscibili e comprensibili: acapatoio, fioiera, tasitera.. ecc.

Quanto è più bella l’identità di un essere vivente, di un pupazzo, di un cartone animato ecc partendo dal suo nome: Veronica, Tiziano, Briciola, Snoopy, piuttosto che il numero di matricola, per esempio, o il codice fiscale…anche se in parte questo contiene lettere, ma non intere parole, e comunque sempre mischiate a numeri. Oppure urlare sotto il balcone del/la proprio/a amato/a “scendi Beatrice/Ugo/Priscilla/Mauro, sono qua sotto” piuttosto che dover digitare il suo numero di telefono?

I numeri mi stancano, non mi comunicano niente di particolarmente esaltante… una delle cose più gioiose e allegre che mi ricordi legata a loro, era comunque qualcosa che coinvolgeva l’ambito delle parole: provare a scrivere sulla calcolatrice: 0.7738135, che capovolgendola, al contrario si leggeva “sei bello” 😀

A lavoro, nelle statistiche, nelle classifiche tutto è riportato ai numeri: è stato fatto Tot, il Tot percento, raramente si parla di linguaggio, di parole, ma si dà sempre più risalto ai calcoli, ai numeri, anzi, agli ammassi di numeri, che secondo tanti vogliono dire tutto, ma secondo me non vogliono dire niente, o quasi.

La logica dei numeri non mi è mai andata a genio, forse, perchè mi piace la singolarità, e l’elemento che stupisce, la sorpresa, piuttosto che la grande ammucchiata di tutto uguale, di quello che si conforma alle strategie, allo standard.

Devo ammetterlo, non ho un buon rapporto con i numeri, anche se per sbaglio mi ritrovo a lavorarci, e dobbiamo far finta di andare d’accordo, ma sappiate che il mio cuore non lo avrete mai!

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