Quando passa il treno

trenoSi dice, spesso, che il treno delle occasioni vada preso quando passa, senza tanti ripensamenti né esitazioni…ma non è mica sempre tanto facile!

Infatti per salire su di un treno si devono combaciare alla perfezione una serie di eventi, successioni temporali che si incastrano per far sì che quando si presenti alla stazione, noi siamo lì pronti a infilarci attraverso le sue porte con tutto l’occorrente senza, magari, essersi dimenticati la borsa o la valigia altrove.

Allora, occorre impegnarsi: dobbiamo rimettere la sveglia abbastanza in tempo, prepararci, fare la colazione (per chi la fa), raccogliere le cose che ci servono, uscire di casa e dirigerci verso la stazione. E se quella mattina il caffè si rovescia per terra? E se ci accorgiamo di aver infilato la maglia al contrario? E se ci dilunghiamo nel trovare le chiavi di casa per chiudere la porta? E se il semaforo rimane rosso troppo a lungo obbligandoci a sostare qualche prezioso secondo in più? E se si trova occupato il solito parcheggio che è quello più vicino alla stazione? E se troviamo un’anomala fila alla biglietteria? D’altronde i treni, le occasioni, soprattutto di questi tempi, sono cercati e sperati da tanti. E se… Possono esserci millecinquecentonovantasei “SE” che opportunamente o inopportunamente possono intervenire e interporsi fra noi e quel treno, e far sì che ne sia annunciato l’arrivo (che poi nella realtà, purtroppo o per fortuna, le occasioni non hanno quasi mai megafoni e altoparlanti che le annunciano anzitempo, dandoci modo di saperlo e di prepararci, spesso “bam!”, arrivano così, a bruciapelo, senza preavviso, e bisogna solo esser pronti o non pronti a coglierle…dipende dal treno!), che si fermi, faccia scendere chi deve e salire gli altrettanti pazienti cercatori di occasioni, chiuda le porte e con un fischio (che determina la fine del tempo utile per prenderlo) del capostazione ricominci piano piano la sua corsa verso la destinazione, e che con quella flemmatica partenza noi, che non siamo riusciti a salire in carrozza, vediamo sfumare altrettanto lentamente l’occasione. Questa, infatti, si allontana dalla vista alla stessa andatura del treno, perchè, come abbiamo detto occasione e treno sono la stessa cosa, una metafora da sempre abbinata, forse perchè è particolarmente calzante e rende bene l’idea.

Se, insomma, il treno non siamo riusciti a prenderlo [a me una volta è successo con un vero treno di toccarne il pulsante per l’apertura delle porte, e di vederlo partire sotto al mio naso, pensando che io rimanevo a piedi, ma che la mia impronta sarebbe riuscita a giungere a destinazione, ma questo è un aneddoto, ed è un’altra storia… ;)] lì per lì rimaniamo spiazzati, proviamo un po’ di disappunto, in fin dei conti il nostro orologio segna proprio in questo preciso istante l’orario spaccato, ma questo poco conta, se l’orologio che comanda è quello del macchinista, che evidentemente spaccava proprio qualche momento prima del nostro…Insomma, dopo un leggero sbigottimento, ci si aggira con fare paziente tra la folla che, come noi, attende: in piedi, sulle panchine, appoggiata a qualche muro, girellando, si controlla il cartellone degli orari e si guarda quando passerà il primo treno (o combinazione di treni) utile alla nostra destinazione e si aspetta in stazione, per evitare di perdere anche il successivo.

Perchè anche se un treno se n’è appena andato, ci sarà di sicuro un altro a seguire, forse intervallato da qualche pausa (più o meno lunga) di attesa, ma un altro treno passa sempre, questo è [quasi ;)] garantito! Magari sarà più scarcassato, o forse più moderno, sarà più veloce o forse si fermerà in tutte le stazioni andando un po’ a rilento, sarà più nuovo, o forse più affollato e non si troverà posto a sedere al suo interno, sarà più costoso perchè più confortevole e rapido, o forse si romperà un pezzo a pochi chilometri dalla partenza, ma nonostante gli scioperi e le mancate manutenzioni alle linee, di sicuro alla stazione un altro treno, prima o poi, si ferma.

E chissà che quello che passi dopo non sia proprio quello che dovevamo prendere perchè in ritardo (come noi) e quello che abbiamo appena perso non sia quello che doveva partire un’ora prima? Non si sa mai, del resto in questo Paese le ferrovie sono piuttosto famose per il funzionamento poco “svizzero” dei treni che circolano! 😀

Oh, e magari si potrà anche, con un accenno di soddisfazione, pensare: “finalmente, treno, sei arrivato…ero giusto qui che ti stavo aspettando!” 😉